Testuggini e testardaggini

Mosse le acque e tutto si rivolse all'insù.
La cocciutaggine di una tartaruga non sta nella potenza ma nella pazienza.
Colpire con una spallata l'onda generata dal vento improvviso era stata la sua intuizione vincente, e ora tutto l'oceano si volgeva verso di lei, testuggine fino ad allora anonima, in segno di riverenza e anche con un poco di timore.

Tra i miliardi di animali esistenti in quel momento solo lei aveva avuto in sorte dal fato l'intuizione dell'energia risolutiva, di quel che poi fu detto: datemi una leva e vi solleverò il mondo. Lei aveva sollevato l'onda chiave dell'oceano, rivolgendo a sè l'attenzione delle acque primordiali: quelle della generazione e della procreazione: quelle dell'amore.

Tartaruga amante, ora stante con energia brillante e con un moto più costante, generatrice di meraviglie non tra le settime del mondo, ma con un passo in più, più avanti, più profondo, più efficace e più vero: in questo consiste il progresso. Pazienza generante il progresso. 
E tutto questo inaspettatamente, senza prima far niente, solo attendendo il giusto momento.

Se può una testuggine con la sua pazienza operare il miracolo del movimento in avanti del cosmo, come non potrà la testardaggine trovare la via d'uscita per ogni dubbio audace dell'umanità che rischia di intraprendere la strada senza uscita? ...A fondo chiuso o aperto?
Questo è il problema: essere o non essere in grado di uscirne? 
Approfondire annegando, o immergersi approfondendo?