Raccogliamo

Raccogliamo le briciole della vita, mentre lei passa come una prodiga signora.
Siamo raccoglitori degli avanzi, operatori superecologici delle realtà dimenticate.
Non pensiamo di essere più di questo, altrimenti peccheremmo di superorgoglio dell'io.
Non miriamo dunque in alto, che a niente serve; abbassiamoci a raccogliere con umiltà.
L'umiltà del raccoglimento ci fa essere saggi seminatori, attenti al seme oggi e non al frutto di domani.

Il grande di oggi, seguendo il mondo, è colui che disperde, dà via tutto, anche se stesso, per avere altro da sè, fuori dal proprio io.
Ma è illusione.
Il grande di oggi, seguendo il sè profondo, è colui che semina, che ha già tutto in nuce, e sa vedere in piccolo le cose grandi.

Se stai davanti, non vedrai altro che te stesso e tutto e tutti in te.
Se stai indietro, vedrai tutto in te e attraverso di te, e tutto ti attraverserà, rendendoti trasparente, limpido, trapassante, strumento dell'universo.

La ragione segue la logica, ma la logica ammira la follia, perchè le fa vivere appieno le realtà che altrimenti restano fredde, aride, morte.
La nostra ragione ha bisogno non di elevarsi, ma di abbassarsi per raccogliere l'amante abbandonata dal mondo, ma che considerata e abbracciata, divenga generatrice di follie, di bolle di vita, di colore e di calore.

Il mondo ha bisogno di un pizzico di follia per condire l'insipienza della razionalità, che altrimenti, in nome della ragione, porterebbe tutto alla fine, al tramonto, alla mortalità.
Solo il seme della follia può rigenerare questa nostra arida umanità.