L'autorità di Averroè

Averroè aveva il grido solenne e autorevole; ma gli mancava la fiducia, anzitutto in se stesso, e poi anche negli altri, e per questo filosofava nel caos, e girovagava a zonzo, condotto dal suo cane come al pascolo di una verità irraggiungibile. Quando cerchi tutto, trovi niente; quando cerchi niente, sei disposto al tutto, con tutto te stesso, e quindi hai già ciò che credevi di non avere; ma non lo sappiamo, perchè vediamo solo la nostra autorità in crescendo, che tutto oscura di noi e attorno a noi.

Abbiamo la chiave, ma non la porta d'accesso ai fondamenti dell'immortalità; per cui, anche se possediamo qualcosa di vero, è sufficiente che quel seme di verità sia lontano dai nostri occhi per un momento solo, e basta una gallina che se lo becca in quattro e quattr'otto.

Svanire è il verbo della filosofia moderna: sparir svanendo, indietreggiar in ogni momento, sfuggire ogni evento, son tutte queste le similitudini che ci avvinghiano attorno all'albero del peccato che ci creiamo. Non siamo fatti per il peccato e per il limite, ma noi siamo talmente più abili della natura, da crearceli e addossarceli.

Ogni coscienza viene rovinata dall'autorità, che la mette in moto, la ferma, la orienta e la mette sulle strade della vita seguendo il desiderio dei potenti e dei prepotenti. Ma se anche solo per un attimo sganciassimo da noi questa roulotte ingombrante e inserissimo il turbo con il carburante della follia, viaggeremmo alla velocità della luce. 
Ma l'autorità di Averroè ci condiziona ancora, e diventa ombra da imitare accrescendo così le nostre tenebre.