Il verme solitario

Ciò che fa di noi un'umanità nuova è il verme.
Una specie di verme solitario che ci rode e corrode, richiamandoci alla nostra piena verità: tutto, tutto si logora, e noi siamo logoranti in atto e in potenza, verso di noi e verso gli altri.
Il verme serpeggia piccolo e quasi impercettibile, ma capace di colpire al punto giusto e al momento giusto, quando occorre, per farci da richiamo al progresso autentico del mondo.

Distruggere per ricreare.
Questo è il motto del verme solitario che si annida nella mente, nel cuore e nell'animo di ciascuno di noi, nessuno immune. E più uno si crede immune da esso, più ne è intaccato; più uno crede di crescere nella sacralità, più ne verrà intaccato, a favore della riscoperta della propria e altrui umanità; più uno si crede perfetto, più sarà morso dalla sua relatività.

Il verme che ricrea l'umanità partendo dal basso non è altro che la riproduzione del serpente del peccato del giardino originale, che ha fatto recuperare a chi si credeva immune da essa la realtà della mortalità. E quando ci scopriamo mortali, saremo anche più veri, più umani, più umili. Ogni morso del verme guarisce dalla malattia dell'immunità diplomatica, religiosa, famigliare, sociale, dirigenziale.

Il verme della follia tutte le ragioni si porta via, ma proprio per il bene e il meglio della nostra esistenza; ciò che credevamo rovinasse la nostra logica, in effetti la muta in vera, sfrondandola dall'accessorio, dal superfluo, dalle nostre ragioni, per far emergere solo la vita.