Il ragno e la mosca

Scostati! - disse il ragno alla mosca.
Scostati tu! - ribattè la mosca indispettita.

Lui voleva farsi una ragnatela; lei voleva ronzare attorno con libertà.
C'è chi lavora per far progredire la città, e chi nella città vuol solo farsi i proprio comodi.
Alla fine, chi trionferà, chi qualcosa ci ricaverà, oppure sarà il solito cavar un ragno dal buco?

La mosca vuol farsi pubblicità, il ragno non guarda altro se non la concreta e solida realtà.
La vita è una polveriera, prima o poi una piccola accensione della miccia un gran danno recherà.
E la mosca, sempre in giro e a nulla appigliata, si salverà.
Mentre il ragno, se non ci lascia la pelle, comunque la tela rovinata avrà.
Ma che legge della natura è questa ingiustizia fattasi destino avverso a chi lavorare vorrà?

Cogli, accogli, raccogli.
Tutto questo è dispersione.
Ti sembra di aver fatto tanto e bene, poi basta una stupida mosca e ti mostra che tutto è vanità.

Darsi da fare in logica è solo dispersione pura e finita; occorre il pizzico della follia, della gratuità e della libertà assoluta e svincolata da ogni affetto, effetto e infezione batterica di virus morale, sociale, spirituale, familiare, amicale o inimicale, personale o universale.

Scostarsi da tutto e da tutti è l'unica via della saggia follia.