L'ape ronzante

Sempre con un'ape che mi ronza attorno procede il mio cammino, fatto di petali di miele che attirano pungiglioni pronti a misurarsi in una sfida da scherma impari, ma dove l'impossibile del piccolo vincente sul grande appare il vero miracolo. Il pungiglione infatti è solo arma di identità, e non viene affatto estratta nè usata contro, ma fa parte dell'identità dell'alveare reso sicuro da un ago nel pagliaio, cugino stretto appunto dell'alveare. E se sei disposto a vivere nella tua cella, ammirerai anche le altre, e insieme ad esse il prodotto del lavorare insieme per il dolce miele. 

Quello che passa per la via non sempre è degno della follia. Ci sfuggono tante e tante di quelle cose che è come il carretto pieno del traslocante al quale si è spezzata la corda che tutto teneva stretto a sè. Ogni ambulante deve essere disposto a viaggiar leggero, se vuol mantenere la gioia; altrimenti, tutto si fa pesante, pedante, condito aspramente dall'amarezza della vita che sognando non ha potuto ancora raggiungere oltre il suo carretto.

Fragile avventura di un triste destino è quel giovinetto che vaga inerme e sperduto, alla ricerca della ricerca, come in un circolo vizioso dove il cane si morde la sua coda; e quando si stanca, o si affatica, o s'arrabbia, il giovane si trasforma nell'anziano che si adagia sulla sabbia, arenato e sfinito, incapace di risalire la china della memoria, se non stimolato da un folle che ripassi per quella via, o per quella vita, o per quella memoria, o anche solo nel suo sogno, ora che si sta addormentando pian piano.

L'ape ronzante è il sibilo della vipera in altra dimensione, nè una nè l'altra vogliono confusione, ma solo ordine; ma se la natura del loro mondo viene sconvolta e agitata, la vita dell'ape e anche della vipera viene d'improvviso trasformata.