Incaos

Il chicchessia dell'universo un giorno si svegliò con la luna storta; immaginiamo dunque cosa successe agli altri astri! Avevano un'orbita cieca, dopo il suo risveglio, che li conduceva a fare e a dire cose dell'altro mondo!  Chi stava sulle nuvole, chi sfrecciava dietro gli aeroflot, chi sgusciava dall'ovulo di una formica, chi si era dato all'ippica del Capricorno. Sta di fatto che l'universo era in una situazione di profondo sub: un subbuglio grave e cupo.

La persona che ci salva viene a galla quando meno ce l'aspettiamo, rompendoci le uova nel paniere, a noi, tristi consumatori di pillole tossiche dette medicine, mentre poi ci vogliamo godere anche le bucce del chicco di caffè. Provassimo una volta a restare al posto delle cose che vogliamo, nei loro panni, nelle loro attese, e non nelle nostre pretese a loro riguardo!

A dir della vecchia megera, il nostro destino è segnato da un cancro. E sia. Ma intanto occorre che la vecchia ci dica la sua stregoneria, se vale anche per tutto quello che ci circonda, e senza pagare di più per il suo consulto, perchè il vero consulto è il nostro verso di lei, che la circondiamo di un alone di mistero e di una mezza verità per noi che per lei è un doppio tesoro di valore inestimabile. 
E se non ci dà il resto, resterà in eterno una vecchia megera e mai diventerà l'anziana e saggia verità che desideriamo assaporare ogni dì nel profondo.

Il meglio che ci sia passa sempre da un grano di miglio gettato qua e là. Qualcuno lo pesta, qualcun ci fa la pasta, altri infine lo raccolgono per segnar i numeri delle cartelle della tombola. Ma nella nostra tomba il miglio darà il meglio: fruttificherà, a seconda di quello che abbiamo restituito alla vita, ridandocela in modo fiorito. 
Gli approfittatori son già fin d'ora appesi per la coda: quella della fine di tutto ciò che sono ogni volta che la lancetta dell'orologio scandisce per loro il secondo. 
Mai e poi mai riusciranno ad arrivare per primi.