Ocio

Tra le varie filo/religio/settosofie che mi hanno permesso di ampliare un poco l'orizzonte per confrontare la realtà con la sua sublimazione, ho un giorno incontrato l'esperienza di Ocio. Beh, al momento questo guru non mi ispirava troppa fiducia, anche perchè il suo nome pronunciato mi faceva venire alla mente un comando dato a voce a qualcuno perchè si spostasse da una posizione: Ocio: attento, spostati, vai via da lì.

Poi, piano piano (anche perchè un poco mi sono spostato dalla mia posizione) ho imparato a vedere una nuova dimensione delle cose che prima non avevo mai considerato. Certe esperienze della vita che ci sfuggono ci raggiungono magari in un secondo tempo, quando meno ce l'aspettiamo. A volte questo provoca dolore, a volte ci fa piacere. Direi che in questo caso di Ocio ho sperimentato una cosa a metà, una specie di sensazione di equilibrio.

L'esercizio del ritorno a se, per ritrovare se stessi, non è forse una cosa nuova, anzi, è la cosa più antica che c'è; ma solo nell'esercizio della palestra di Ocio sono riuscito a provare a metterla in pratica, spostandomi con il mio io pesante, pedante e ripetitivo verso un centro di gravità impertinente, da un certo punto di vista, perchè mi scomodava, ma anche donandomi la possibilità di percepire fuori ma sopratutto dentro di me un avvicinarsi a un punto di equilibrio.

Non avrei mai pensato, ma Ocio mi ha spostato con tutto il mio peso verso l'ago di quella bilancia sulla quale non avrei mai voluto salire...e ora, grazie a lui, conosco meglio il gravare del mio io.