Adeguarsi o modellarsi?

Il tempo ci rovina, assieme alle formiche.
Perchè vogliamo fare tutto in tempo, come fanno loro, e facciamo solo danni.
Il problema dei danni è che le formiche non hanno panni, sono nude e crude in verità: quello che sono sono, e basta: non si arricchiscono, non fanno il di più, non si tirano indietro, e fanno quello che devono fare, nude e crude.
Noi invece, che facciamo? Appena nudi siamo cotti gli uni per gli altri, e invece di lavorare insieme ci diamo al sesso e all'invaghimento fatuo, al perditempo dell'amore che invece di formicare ci fa soltanto fornicare, senza esito altro al di fuori di sè.

L'attenzione alla concentrazione sfianca, mentre è solo il raccoglimento che frutta. 
Scodinzolare dietro le mode e leccar le modelle, anche solo col pensiero, è cosa alquanto gradita, almeno a noi. Ma lo sfiancamento di questo lavorìo piacevole ci rende deboli e orrendi di fronte alla naturalità del modello base. 
E anche le modelle se ne avvedono, e ci scansano velocemente, procedendo oltre la passerella, mentre noi le credevano semplici e condiscendenti pazzerelle.

Quando mai un ordigno si è messo a parlare?
Eppure, la guerra con le sue armi non tace mai, nè lo farà mai: grideranno a squarciagola i fumi di guerra, e anche se intossicati e incapaci a pronunciarsi, noi dovremo stare ad ascoltarli nel loro stridulo e incomprensibile gracchiarci addosso. 
E' un ordine supremo, questo dell'ordigno: è la sua identità. Faccia o non faccia il suo corso esplodendo, lo sai già che sei fottuto di fronte a lui, non essendo tu ad armi pari. 
E che fare, allora, se non darsi al disordine, il solo che ci salverà da quest'ordine supremo?