Il chicco di caffè

Il chicco di caffè domandò: che c'è, che c'è?
Aveva girato il mondo in tazzine d'ogni genere e paese, ma mai nessuno finora l'aveva chiamato, mai era stato interpellato.
Solo macinato.

Ma lui s'era sempre rifatto, risorto dalle sue polveri, e aveva ripreso il cammino per il mondo; ora portato qua e là, ora trasportandosi lui altrove.
E aveva visto cose meravigliose.
Ma sopratutto cose amare.

Ora lo chiamavano in causa, perchè volevano conoscerlo, farne un testimonial per pubblicizzare con il suo aroma una grande città, una capitale. Lì avrebbe potuto far consumare tanti e tanti caffè che con la percentuale di guadagno per lui sarebbe stato possibile vivere per sempre alle Bahamas.

Ma quando lo avevano chiamato e gli avevano proposto questo, per il chicco di caffè era iniziata una vera e propria crisi d'identità. Se da un lato si sentiva importante, oltre che un importato prezioso, d'altro lato si rendeva conto di far da traditore verso i suoi simili, macinati e finiti nei fondi e poi nei bassifondi delle città...e ora anche di quella capitale, nella quale il suo essere aroma sarebbe stato esaltato, ma a scapito della vita di tanti chicchi.

Aroma.

Quanto si fa per essere aroma...