Il pagliaio nel lago

Gli sembrava di volare su di un parapendio, e il cuore gli batteva sempre più forte: che grande emozione!  Che bello!  E che panorama! Sto gustandomi il mondo!
Il pagliaio era scivolato giù dal pendio della montagna...pian piano dapprima, poi sempre più in velocità, a tal punto che i fili di paglia parevano la chioma di una bimba bionda che correva giocando nel prato. Ma la discesa di quella montagna ora si faceva sempre più ripida, innescando nel pagliaio una punta di sospetto e poi di paura: dove sto andando a finire?...

Ad ogni masso incontrato, il pagliaio sbatteva, aumentando la corsa della ripida discesa, fondendo il vento e trascinando con sè fiori e foglie, insetti e tanto altro...I pochi alberi dislocati sul pendio non incontravano la sua corsa, quindi poche erano ormai le possibilità di ridurre la velocità.

Finchè la folle e lunga corsa lo fece finire nello specchio del tranquillo laghetto di sotto la valle, scatenando con il tonfo uno spruzzo improvviso e irradiante acqua tutt'intorno.  "Hola Madòna!" sentenziò un ranocchio da una roccia vicina. Il pagliaio era finito dritto dritto nel lago, e ora la sua paglia si stava disperdendo dal centro, formato un sottile tappeto sull'acqua. Tra paglia, fiori, foglie e insetti vari, lo specchio d'acqua si adeguò ad accogliere quella distesa, calmandosi a poco a poco e ritornando alla sua tranquillità, ora disturbata però dai nuovi ospiti.

Il pagliaio disfacendosi aveva così generato tanti fili di paglia che ora, innumerevoli, si godevano il bagno inaspettato, nuotando, immergendosi, giocando tra loro, con gli insetti e con i fiori. E anche il lago si sentiva ora più vivo, nonostante gli avessero interrotto la sua immobilità.

Ogni disguido, in fin dei conti, 
ci guida a un percorso più vero, 
anche se ci fa accantonare la nostra immortalità.